RACCONTI DI AZIENDE



Anche nel 2016 il nostro impegno  nel comunicare il vino e il lavoro dei tanti produttori che abbiamo seguito in questi anni ci porterà ad organizzare numerose iniziative, volte a far conoscere i prodotti frutto della vostra grande dedizione, in vigna come in cantina.

È sicuramente interessante avvicinare il pubblico attraverso incontri e momenti di confronto ma è altrettanto importante coinvolgere coloro che di vino scrivono in maniera competente, trasmettendo attraverso giornali o tivù la conoscenza delle aziende e influenzando le scelte del consumatore finale.

Per questa ragione abbiamo ideato e programmato un nuovo modo di coinvolgere i giornalisti: una crociera che avrà come filo conduttore il vino.
 
Di cosa si tratta? Con la collaborazione di una delle più importanti società di armatori, la Costa Crociere, e di una delle loro più attive reti di agenzie di vendita, abbiamo individuato una crociera che, attraverso il Mediterraneo, toccherà sette porti italiani, oltre a tre altre destinazioni: Malta, Corsica e Francia.

Ad ogni tappa italiana, Savona-Portoferraio-Capri-Salerno-Catania-Trapani-Olbia/Costa Smeralda-Savona inviteremo a bordo una dozzina di giornalisti locali e sarà organizzata una conferenza stampa a bordo con degustazione dei vini delle aziende partecipanti. Seguirà un pranzo offerto da Costa Crociere durante il quale potremo abbinare i diversi vini. Ciò significa che i giornalisti invitati, una dozzina per ogni tappa e tutti di settore, avranno l’occasione di conoscere  i vini delle aziende attraverso la presentazione che prepareremo,  in seguito li potranno apprezzare anche durante il pranzo che la società armatrice offrirà loro. 

Per ciò che concerne invece le tappe straniere, La Valletta-Propriano-Tolone, punteremo sulla ristorazione e i professionisti del settore. Anche durante la tappa a Capri, dove sosteremo due giorni, entreremo in contatto diretto con i ristoratori.

Ovviamente, ad ogni porto saranno presenti testate diverse, proprio per dare alle aziende partecipanti la maggiore visibilità possibile.

Non abbiamo dimenticato nemmeno i croceristi: un ristretto numero dei partecipanti alla crociera, quelli che si iscriveranno attraverso il circuito delle agenzie nostre partner, avranno la possibilità di avvantaggiarsi delle degustazioni a loro dedicate durante la navigazione. La clientela è di fascia medio alta, così come la crociera scelta, e quindi di sicuro interesse per passione e capacità di spesa. Pertanto anche loro fanno parte di un possibile mercato di sbocco.

Il costo di partecipazione per ogni cantina varia a seconda del numero dei vini da presentare: € 400+IVA per una etichetta; € 500+IVA per due etichette, € 600+IVA per tre. Nel caso l’iscrizione venga effettuata mediante pagamento della somma indicata entro il 15 marzo 2016, sarà applicato uno sconto pari al 15%.  Per ogni tipologia di vino sono necessarie 12 bottiglie, al fine di poterle adeguatamente illustrare. La presenza del produttore non è richiesta.

Ricapitolando caratteristiche e numeri: 10 porti di fermata, 7 conferenze stampa con degustazione per 12 giornalisti circa ciascuna, 3 incontri con professionisti della ristorazione e/o di settore, 30 potenziali clienti che avranno degustazioni dedicate, numerose testate coinvolte.

Le caratteristiche della crociera, le tappe, le cantine iscritte sono state presentate al pubblico e alla stampa il giorno 23 gennaio presso la Cantina di uno dei produttori partecipanti.

Sarà un piacere fornirvi ogni dettaglio sulla Crociera DiVino Navigare 2016, contattandoci a questi indirizzi mail: elena@ospitiatavola.com

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CI PRENDIAMO UN LUCAFFE'?



Ho sempre avuto una passione per il caffè, lo ‘ rubavo’ a mia madre quando ero piccola, alle medie grande orgoglio per le prime tazzine tutte mie, da adolescente partivo per il collegio con la scorta dei barattoli ( cinque anni di liceo, tre caffettiere distrutte, ma si sa, era l’età), decilitri per lo studio in notturna all’università; eppure, ancora adesso, sono contrariata quando bevo un caffè cattivo al bar.
Quindi, quando l’efficiente ufficio stampa della Lucaffè mi ha proposto una visita all’azienda, ho accettato con gioia e molta curiosità. Eh sì, perché bere volentieri il caffè, non sempre significa conoscere le diverse qualità e i procedimenti di lavorazione; sono stata doppiamente fortunata perché qui è il buono che conta.
L’azienda di Gian Luca Venturelli ha sede a Carpenedolo in provincia di Brescia; nata come piccola realtà familiare nel 1996 ha fatto della qualità, ma soprattutto della salubrità di prodotto, il focus aziendale, impiegando ingenti risorse nella ricerca della migliore lavorazione possibile volta a preservare le caratteristiche positive del  caffè. 
Prima di cominciare questa avventura Gian Luca ha viaggiato attraverso paesi e piantagioni, selezionando quelle produzioni che meglio aderivano al suo progetto imprenditoriale. Se le principali grandi famiglie del caffè sono genericamente divise in Arabica e Robusta, molte di più sono le varietà coltivate sul nostro pianeta, diverse per aroma, colore e dimensione dei chicchi: dalla pregiatissima Giamaica Blue Mountain a quella portoricana, brasiliana o etiope.
Il filo conduttore della lavorazione è la volontà di proporre un prodotto sano e che fa bene, un caffè da capire come afferma Gian Luca.
Quando i grandi sacchi di caffè arrivano in azienda (eccezion fatta per il Blue Mountain che viaggia in piccoli barili di legno – bellissimi) il primo esame cui viene sottoposto il prodotto è la cernita dei chicchi, severissima nonostante provenga da piantagioni selezionate. La torrefazione qui è condotta in modo da esaltare non solo la qualità del caffè ma anche le sue caratteristiche positive: il chicco non viene trattato in modo aggressivo ad alta temperatura ma compie più passaggi in modo da tostare gradualmente senza bruciare. In seguito altri controlli di selezione fanno arrivare alla macinatura solo i chicchi perfettamente tostati: la polvere viene poi dosata (con grammature generose) per essere sigillata in cialde. Qui vale la pena di porre  nuovamente   l’accento sulla grande attenzione che questa piccola azienda mette nel benessere di chi beve un caffè e non solo. Le cialde, infatti, sono di purissima cellulosa vergine, sbiancate con ossigeno, quindi perfettamente biodegradabili,  protette dall’azoto che mantiene inalterato il gusto. 
Anche la produzione della miscela decaffeinata segue gli stessi principi di salubrità: molteplici passaggi in acqua per abbassare gradatamente il livello di caffeina, e un caffè buonissimo.
Ma la mia personale scoperta è stata il caffè verde: non una particolare qualità di caffè, semplicemente chicchi  non tostati ma  essiccati. Il caffè verde contiene preziosi elementi quali l’acido clarogenico, l’acido quinico, le vitamine minerali e i polifenoli. Soprattutto questi ultimi, i polifenoli, sono importanti nel nostro organismo in quanto, una volta assimilati,  interagiscono con la nostra biochimica attivando e regolando numerosi aspetti funzionali, che includono anche il sistema cardiovascolare.
Lucaffè produce cialde di caffè verde in percentuale quasi del 25% (il caffè non tostato risulta di per sé particolarmente astringente e non tutti sarebbero in grado di apprezzarlo - studi scientifici hanno dimostrato che dopo ogni consumo la pressione sistolica del sangue e l’elasticità arteriale si erano ridotte sensibilmente, senza alcun cambiamento nel consumo energetico).
E ultimo ma non ultimo, per gustare al meglio queste cialde si producono anche le macchine, dalla più piccina a quella da bar o ristorante; La Piccola, questo il nome dell’azienda, costruisce macchine da cialda con componenti solo ed esclusivamente italiane e con materiali di qualità, il serbatoio dell’acqua non è in plastica (in azienda non è presente in nessuna fase della produzione) bensì in vetro molto spesso, nella camera di  calore a pressione l’acqua viene in contatto con l’argento purificandosi e mantenendo inalterato il gusto.
Insomma, nulla viene trascurato per far sì che bere la nostra tazzina quotidiana sia un piacere anche buono.
I gusti sono tanti ma se volete sapere qual’è il vostro c’è una scatola che li contiene tutti, persino uno alla nocciola, nel caso che vogliate acquisire un vizio in più…

Elena Miano
1 Ottobre 2015

Info per la stampa: Dott. Riccardo Lagorio  taullspain@tin.it                                     Info per il pubblico:  www.lucaffe.com






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BOCUSE D'OR? SI, GRAZIE.


Qualche giorno fa Brescia, poi Milano, Treviso e Venezia. La dura vita di Ospiti A Tavola. 
A Milano gran presentazione del Concorso Internazionale Bocuse d'Or. Fianale delle selezioni italiane a Bergamo, all'interno di Cooking Expo nel marzo 2010, e poi tutti a Lione nel 2011.
Coccole "stellari" per i convenuti (e potevamo mancare proprio noi???Naaaaaa) ad opera di Enrico e Roberto Cerea - da Vittorio a Brusaporto BG - orgogliosi detentori della terza stella Michelin.
Vi lasciamo immaginare con tutta la fantasia, e l'invidia, che potete, il caffè di benvenuto e la colazione rinfresco.
Brevemente: piccoli e deliziosi MacVittorio (veramente piccoli e veramente deliziosi), mini toast, crostini con formaggio tiepido e mosto, moscardini con polenta (un-devi-assaggiare), del baccalà mantecato, cotechini e lenticchie, salumi e risotto.
Tutto preparato con gioiosa esperienza e voglia di fare sempre bene.
E' stata una conferenza stampa ad alta densità di chef; ma ne vogliamo parlare perchè sarebbe bello avere un diluvio di candidature. Abbiamo un sacco di talenti nelle cucine della nostra bella penisola e l'auspicio è quello di far emergere visi nuovi, nuove mani che si impegnano su un piatto, nuovi entusiasmi negli occhi di chi vuole seguire e affermare la propria passione.
Un grazie non solo doveroso ma sentito a tutti coloro che hanno reso possibile questa presentazione, perfetti anfitrioni.





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